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Sui fatti di Macerata

Nei giorni scorsi le ragazze e i ragazzi della scuola media di Tor Bella Monaca hanno deciso di elaborare un testo collettivo sui fatti di Macerata. Come spiega Emiliano Sbaraglia, docente e responsabile di questo progetto, il lavoro si è rivelato utile non soltanto come esercizio grammaticale e sintattico, ma anche per affrontare insieme un argomento complesso e delicato, legato mai come in questo periodo ai temi più generali dell’educazione alla cittadinanza.

La scuola che accoglie questi ragazzi si trova in una zona tra le più disagiate della periferia romana, dove più forte che in altri luoghi della città si sente e si vive il fenomeno dell’emigrazione, e nella quale il processo d’integrazione presenta inevitabili (o forse evitabili) difficoltà. La discussione è stata molto animata, con posizioni in alcuni casi anche piuttosto forti: d’altra parte, l’esempio mostrato da politica e istituzioni attraverso alcune dichiarazioni pubbliche non è certo stato di aiuto. Alla fine, però, la classe è riuscita ad accordarsi su un testo comune e condiviso. Potrebbe essere una buona indicazione anche per il mondo degli adulti. Lo scritto che segue (già pubblicato dal blog Scuola di vita del Corriere.it, che ringraziamo per la condivisione) è il frutto del lavoro della III B.

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ecchm_macerataLa scorsa settimana un uomo di 28 anni è stato protagonista di una sparatoria a Macerata contro un gruppo di persone di origine africana. Dopo l’arresto, il colpevole ha dichiarato che voleva vendicare l’assassinio della ragazza italiana, di nome Pamela, uccisa, fatta a pezzi, e ritrovata dentro una valigia, perché si pensa che il suo omicida sia un nigeriano. I ragazzi feriti sono stati sei, tutti di colore, e stavano camminando tranquillamente per la strada.

Secondo noi la reazione di questa persona non è giustificabile, perché anche se sono dello stesso Paese, o della stessa carnagione, non sono loro i responsabili di quanto accaduto alla ragazza. Inoltre, quando la polizia è entrata nella sua abitazione, ha trovato dei busti di Mussolini, e dei libri che parlano di Hitler. In più sembra che abbia anche dei tatuaggi, di cui uno sulla testa, con gli stessi simboli. Quello che più non capiamo, è come mai un ragazzo di nemmeno trent’anni ancora pensi a dittatori come Hitler e Mussolini, che sono vissuti quasi un secolo fa. E poi, se proprio doveva prendersela con qualcuno, poteva aspettare di sapere se la persona colpevole della morte di Pamela fosse proprio quel nigeriano, e vendicarsi su di lui. Forse non è giusto, ma la maggioranza di noi la pensa così.

In ogni caso, non crediamo che con la violenza sia possibile risolvere qualcosa, e le tante guerre che ci sono state e ci sono ancora in giro per il mondo lo dimostrano. Certo, questa è stata una situazione particolare, che ci ha colpiti molto, e in classe ne abbiamo parlato insieme perché non tutti la pensano allo stesso modo.

Per concludere utilizziamo una frase della nostra compagna Emily, che ha detto: “Le parole possono fare più male della violenza”. Ma a volte la realtà può essere più complicata, e molto più dura.

I ragazzi della III B

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Affrontare nuove realtà

“Alcuni di noi stanno crescendo rapidamente, e il percorso non è mai facile”. Torniamo a pubblicare un articolo di Ecchime, a distanza di qualche mese dal racconto delle vacanze estive. Ci mancava la voce, ci mancava lo sguardo delle ragazze e dei ragazzi della scuola media di Tor Bella Monaca. Ma piuttosto che guardare oltre la finestra, questa volta la IIB  ha preferito raccontarsi in un momento di passaggio. Aspettiamo curiosi gli sviluppi di questo cammino, augurandovi una buona lettura.

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Cari Piccoli Maestri,
e caro blog Ecchime.

Vi scrivo a nome della Classe IIB della scuola media Via dell’Archeologia di Tor Bella Monaca, responsabile di questo blog. Da qualche tempo, lo avrete notato, non abbiamo più mandato articoli, disegni, o altro. Ma non siamo rimasti fermi.

Il fatto è che in questi ultimi mesi, dopo la ripresa dell’attività scolastica, abbiamo dovuto affrontare alcune nuove realtà, non soltanto di carattere didattico. Per esempio. Una nostra compagna, Marie Francoise, originaria della Nuova Guinea, che ha partecipato molto lo scorso anno a questa nostra attività, purtroppo si è dovuta trasferire in Francia, nella periferia di Parigi. La mamma non trovava più lavoro qui, ed hanno così deciso di raggiungere dei loro parenti, sperando di trovare soluzioni migliori. La sua partenza ci ha colpiti molto, ne abbiamo parlato in classe, e ogni tanto proviamo a scambiare degli sms con lei.

Quest’anno però è arrivata una nuova compagna, si chiama Rebecca. Ma Rebecca è più grande degli altri della classe, ha ormai quasi sedici anni, e dopo i primi tempi nei quali la sua frequenza è stata quasi “normale”, ormai dalla metà di novembre a scuola non si vede più… La mamma ha promesso che sarebbe rientrata dopo le vacanze di Natale, aspettiamo fiduciosi… Oltre Rebecca è arrivata anche Alice, che l’anno scorso viveva lontano, vicino al mare, e che ora abita nella nostra stessa zona. All’inizio era un po’ timida, forse anche spaventata, ma adesso sembra essersi integrata bene, ed è una di noi.

Poi c’è la nostra disegnatrice preferita, Monica, che come sa chi ci segue, è di origini cinesi. Alla metà di dicembre Monica è partita per il suo paese di origine, che ha visitato soltanto una volta quando era piccola piccola. Questa volta è andata insieme a sua sorella, e senza genitori! Ad aspettarla i nonni, che le faranno conoscere tante particolarità di quel Paese. Ci faremo sicuramente raccontare questo suo lunghissimo viaggio al suo ritorno. Infine, alcuni di noi stanno crescendo rapidamente, e il percorso verso l’adolescenza non è mai semplice. Bisogna passare molto tempo con loro, cercare di inserirli ancora di più nel contesto scolastico, per evitare il peggioramento di alcune situazioni. Accanto alla classica ora di lezione, dunque, dobbiamo lavorare su iniziative e progetti che riescano a coinvolgere tutti, o quasi. Per questo abbiamo ripreso la collaborazione con UndeRadio, l’emittente-web Save The Children che si occupa di partecipazione e non discriminazioni nelle scuole; per questo abbiamo iniziato un nuovo progetto, chiamato Fuoriclasse, che tenta di intervenire sul pericolo determinato dall’abbandono scolastico.

Anche per tutto questo riprenderemo presto ad alimentare il nostro blog, perché comunque rimane importante l’esercizio della scrittura collettiva, dell’elaborazione di un testo comune, per lavorare in questo secondo quadrimestre per noi molto importante, in preparazione di quello che sarà l’ultimo anno di scuola media. Cari Piccoli Maestri, e caro “Ecchime”, torneremo presto a raccontare di noi, di quello che succede, di come vorremmo il nostro futuro, di ciò che accade nel presente.

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Le nostre vacanze estive

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Ecchice. Siamo tornati. Dopo le vacanze estive si è riaperta la scuola. In realtà ormai è già da un mese che siamo di nuovo in classe. Ma nella nostra scuola, la secondaria di primo grado ex Ilaria Alpi in Via dell’Archeologia, Tor Bella Monaca, le prime settimane sono sempre un po’ particolari, mettiamola così. Sono giorni difficili, complicati. Bisogna ri-sintonizzarsi, ritrovare una convivenza comune. Individuare un punto d’incontro. Perché nella nostra scuola un certo disagio (un certo disagio figlio di una certa emarginazione) si fa sentire forte e chiaro tra gli studenti e le studentesse che la frequentano. Ma fermiamoci qui. Ci sono cose che dobbiamo cercare di risolverle insieme, tra di noi, tra chi vive gomito a gomito, nel senso più concreto del termine. Per la classe ora divenuta IIB, animatrice per il secondo anno consecutivo di questo blog, una buona soluzione rimane sempre scrivere. Quando riusciamo a prendere tutti carta e penna, improvvisamente diventiamo tutti uguali. E allora abbiamo messo le sedie a ferro di cavallo, come ci piace dire, e in mezzo un banco con una tastiera, dove ognuno poteva avvicinarsi e raccontare qualche pensiero sulle vacanze estive. Poi ci abbiamo lavorato un po’ sopra, messo meglio grammaticalmente, concordati modi e tempi verbali, riletto, e via. Magari qualcosa rimane comunque poco corretto, ma per ricominciare va bene così. I disegni, sempre per ricominciare, sono di Monica. Siamo tornati, e siamo contenti.

Le vacanze estive della seconda B

Le nostre vacanze le abbiamo trascorse così.

La maggior parte di noi è stata al mare. Per esempio Chiara ci racconta: “Sono stata a Sabaudia, Santa Severa, Fiumicino. A Sabaudia, con tutta la mia famiglia, compresi i cugini, ci siamo organizzati con le tende in un camp-village per un paio di notti, proprio vicino al mare”. Alex invece è stato a Marina di Camerota. Dove si trova? “Vicino Napoli, e il mare mi è piaciuto, anche se le piscine con gli scivoli sono state più divertenti. C’erano anche dei gonfiabili grandissimi sul mare, molto difficili da scalare…”.

Arianna invece dove è stata? “Siamo stati a Terracina insieme al gruppo delle persone del Centro diurno che ci aiutano il pomeriggio a fare i compiti. La sera uscivamo per ballare sulla spiaggia, soprattutto con musica salsa e baciata. Il fatto è che i miei genitori sono di origine peruviana, e questo genere di musica mi piace tantissimo!”.

Martina ha fatto un lungo viaggio, fino in Sicilia. “Siamo partiti alle otto di mattina, per arrivare a S. Vito lo Capo quando ormai era già notte. Abbiamo fatto un cambio di casa: gli abitanti di quella città sono venuti nella nostra casa di Tor Bella Monaca. Al mare un giorno è piovuto, ma sono stata molto bene. Prima sono stata in Abruzzo, e mi sono anche fidanzata…”.

Alice è arrivata nella nostra scuola quest’anno, e prima di tutto ci racconta il suo impatto con la nuova classe: “Mi sono trovata bene, i compagni e le compagne sono tutti simpatici, o quasi… Prima di arrivare qui ero un po’ agitata, ma poi è passato tutto. Le mie vacanze le ho trascorse un po’ dove abitavo prima, a Ladispoli, un po’ a casa di mia nonna ad Anagni, e quattro giorni sono stata a Terracina. Per due volte sono stata anche all’Acqua Park di Frosinone, dove mi sono divertita con i tuffi e gli scivoli. Prima della fine delle vacanze sono stata anche al Rainbow Magicland, il parco divertimenti di Valmontone. Spero che in questo anno scolastico mi troverò bene”.

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Anche Emily vuole raccontare la sua vacanza: “Alcuni giorni sono andata al mare di Torvaianica con mia madre, mio fratello e i miei zii. Una settimana sono stata con mio padre a Sezze, che è un bel posto di montagna da dove si può osservare il mare. Così siamo stati nella piscina comunale del paese, e lì abbiamo giocato sugli scivoli d’acqua. Poi la vacanza è finita, e non ero molto contenta di riprendere la scuola…”.

Per chiudere abbiamo Daniele. “Sono stato un mese in Calabria, con la mia sorellina, mia nonna, mia zia, le mie cugine e un’amica di mia zia. Il mare era bellissimo, aveva tre colori: a riva era di un blu più scuro, poi andando verso il largo diventava quasi azzurro, mentre lontano all’orizzonte era chiaro come il cielo. Per tre sere di seguito c’è stata una festa in piazza con le giostre, le montagne russe, le bancarelle, le “macchine a scontro” e tanti altri giochi. Tornato dalla Calabria sono stato in campeggio da mio zio per una settimana, dove c’era una bellissima piscina a terra. Prima di riprendere la scuola sono andato a trovare anche il mio amico Thomas, che purtroppo non sta in più in classe con noi. Abbiamo parlato della scuola, e gli ho detto che speravo che si sarebbe trovato bene con i suoi nuovi compagni”.

Questa è stata la nostra estate. Ora ci aspetta un lungo anno scolastico…

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Se fossi il Sindaco di Roma

L’articolo proposto oggi dalla classe IB della scuola media Melissa Bassi ex Ilaria Alpi (Tor Bella Monaca) nasce con un approccio diverso dal solito. A partire dal tema scelto, sono stati raccolti e scritti sulla lavagna i pensieri di tutta la classe, così da discuterne assieme. La struttura dell’elaborato ha preso forma in tempo reale, lavorando su grammatica e sintassi, con particolare attenzione alla punteggiatura e ai tempi verbali, lasciando giusto un paio di piccole “leggerezze” espressive, rimarcate dal corsivo.

In questi mesi, il lavoro sul blog è stato un pretesto per lavorare costantemente sulla scrittura, non soltanto da un punto di vista ortografico, ma anche calligrafico. È un cammino ancora lungo, ma i ragazzi e le ragazze lo stanno percorrendo con entusiasmo, senza alcuna forzatura da parte del docente, Emiliano Sbaraglia, ma, anzi, proponendo loro stessi di tornare ad alimentare questo piccolo serbatoio alimentarlo (” ‘A professo’, ma Ecchime non lo famo più?“). Contenti di questo risultato leggiamo le proposte per il futuro della capitale, accompagnate da un disegno della piccola Monica.

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Se fossi il Sindaco di Roma farei in modo che, per un giorno alla settimana, nei supermercati si possano donare gratuitamente cose da mangiare e da bere alle persone bisognose. Ma chi sono le persone bisognose? Sono quelle persone che, pur lavorando, o perché non hanno lavoro, non hanno abbastanza soldi per vivere; mentre chi spende i suoi soldi per i suoi vizi, anche se è un po’ povero non è giusto che mangi e beva gratis.

Ma c’è anche un’altra cosa che metterei gratis: le medicine alle persone malate. Infatti le malattie arrivano non per colpa nostra, e se una persona si ammala, anche se ha pochi soldi deve avere la possibilità di curarsi lo stesso.

Poi cercherei di eliminare tutti gli spacciatori che ci sono in giro per la città, specialmente nella mia zona; e sempre nella mia zona tapperei tutte le buche delle strade che sono tantissime, e molto pericolose per chi guida le macchine, e specialmente per i motorini. Nel mio quartiere inoltre c’è anche tanta immondizia, che quando non vengono a raccogliere aumenta sempre di più, e arrivano così tante mosche e zanzare che a volte non possiamo aprire le finestre di casa. Sempre nel mio quartiere, mi viene in mente che sarebbe molto bello eliminare anche tutte le armi che ci sono in circolazione.

Una cosa in più che farei è piantare degli alberi in quelle parti della città dove ci sono troppi palazzi e pochi spazi verdi per giocare e respirare un’aria più pulita. Infine sarebbe bello costruire luoghi di incontro per chi non ha la possibilità di andare a scuola, anche se, a dir la verità, se fossi il Sindaco di Roma metterei la regola di andare a scuola solo un’ora al giorno. Forse due…

Roma è la città più bella del mondo, ma con tanti problemi da risolvere: tanti auguri al futuro Sindaco!

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Otto disegni, un cappello, un fiore

Fino a oggi Ecchime ha accolto principalmente esercizi di scrittura, temi svolti a casa, risposte a domande del docente di cui si è discusso durante le lezioni. Ma il lavoro con i ragazzi, con le ragazze, passa anche e spesso attraverso altri linguaggi: la musica, il collage, il disegno. Gli otto disegni che seguono questa breve introduzione sembrano sconnessi tra loro eppure raccontano una storia, una visione del mondo, una speranza per il futuro. C’è un ippopotamo che indossa una salopette color arcobaleno, si protegge dalla pioggia con il suo ombrello a pois. Ci sono dei bambini che giocano, c’è una strada verso il mondo; un pupazzo di Doraimon che completa la serie.  A noi sembrano bellissimi e siamo felici di poterli pubblicare.

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Ippopotamo sotto la pioggia

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La strada verso il mondo

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Signore e signora

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Bambine con fiore

D5_Bimba_AquiloneBimba con aquilone

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Bambini con pallone

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Bambini che giocano

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Doraimon

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Il nostro mondo

La scorsa settimana abbiamo lavorato su un testo libero; un esercizio sempre molto utile, quello di riempire la pagina bianca, dando spazio alla propria creatività. Ne è emersa più di un’idea interessante, e tra le varie abbiamo scelto quelle contenute nell’elaborato di Laura, Valeria e Martina, “coalizzatesi” al femminile per rivendicare la propria sessualità, e soprattutto la propria indipendenza rispetto al mondo maschile. Ma non solo: ci sono indicazioni da rilevare anche sul mondo della scuola, e riguardo il rapporto con i propri genitori. La correzione è poi avvenuta tutti insieme, con l’accendersi di un confronto botta e risposta facile da prevedere, dato il materiale infiammabile… Ma anche questo fa parte della quotidiana attività scolastica, anzi deve farne parte, per discutere di argomenti che se presi all’età giusta (e per il verso giusto), forse possono modificare in meglio il corso delle cose.

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Se noi dovessimo immaginare un mondo diverso da questo, sarebbe senza maschi! Perché? Perché sono problematici, fastidiosi, e secondo loro il modo migliore di risolvere le cose è soltanto quello di usare le mani. Inoltre, se non esistessero sarebbe possibile fare shopping in quantità industriale, o andare in crociera spendendo di meno, e parlare di quello che ci pare per ore. Poi non è giusto che quando si parla in generale si parli sempre al maschile: quando serve, sarebbe meglio usare anche il femminile.

Riguardo la scuola, immaginiamo di averla direttamente a casa, con una maestra personale che ci permette di alzarci a qualsiasi orario (verso mezzogiorno), per fare 4-5 ore di lezione, e due di ricreazione. Riguardo l’ambiente vorremmo che sia più allegro, con alberi luminosi di un verde fluorescente, sole caldo tutto l’anno e d’inverno neve a volontà, per divertirsi e fare pupazzi di neve. In primavera, infine, fiori ovunque.

Secondo noi i genitori dovrebbero essere meno protettivi, perché ci stanno sempre addosso, sempre a dirti cosa fare, e a correggere ogni tuo movimento o parola. Poi dovrebbe esistere un negozio grandissimo, dove tutto è gratis o a metà prezzo (così non si dovrebbe lavorare), e dove si possono adottare anche dei cani, che a noi piacciono tanto.
Ecco a voi il nostro mondo!!!

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Racconta la tua esperienza alla fiera della piccola e media editoria

Per proseguire il nostro racconto abbiamo scelto il tema di Daniele, che ha voluto descrivere la sua esperienza al Palazzo dei Congressi in occasione della 14ma edizione della Fiera della Piccola e Media Editoria di Roma. Daniele è uno tra gli studenti intervenuti nel corso della presentazione di questo stesso blog nella Sala Diamante, ed è stato bello vedere la sua soddisfazione nel vivere una giornata diversa e molto particolare, condivisa con gli altri allievi che hanno riempito di gioia e stupore il viaggio in autobus dalla scuola, e ritorno. Chiedendo a uno di loro se si fosse divertito, la risposta “Professo’, io non ero mai uscito da Tor Bella Monaca” ha fulmineamente riassunto il tutto. Una tra le più belle caratteristiche di questi ragazzi.
Buona lettura.

fiera_plpl_15Quando siamo andati alla Piccola e media editoria è stata un’emozione bellissima che neanche la notte ci ho dormito. Poi la mattina, quando stavamo nel pullman l’agitazione saliva perché non si sapeva cosa era e cosa mai poteva succedere. Poi appena arrivati era bellissimo sia fuori che dentro, ed era anche grandissimo; a un certo punto abbiamo iniziato a sparpagliarci, e c’era tanta gente. Abbiamo visto anche i libri, certi belli, certi altri non ci piacevano.

Dopo aver tanto girato su è giù, destra e sinistra, il professore ci ha fatto vedere i suoi genitori ed erano persone per bene, molto educate. Poi dopo un bel poò siamo andati alla Sala Diamante e lì i professore ci ha fatto parlare a noi, ma ha parlato anche lui ed Elena Stancanelli, una scrittrice.

Appena abbiamo finito subito siamo andati via, abbiamo ripreso l’autobus e siamo tornati qui a scuola.

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Come sarà il tuo Natale?

Allora, che Natale è stato? Questa sarà la prima domanda che rivolgerò agli studenti e alle studentesse una volta rientrati in classe. Tra le tracce del compito scritto, assegnato a ridosso delle festività, scontata ma sempre utile quella sul Natale che vorresti, soprattutto in una classe di prima media nella materia di italiano: sono anche pensieri come questi a fornire indicazioni utili sul carattere e lo stato d’animo di un alunno. Il testo scritto, una volta di più, diviene strumento per continuare ad avvicinarsi e conoscersi. Così è accaduto con Marie Françoise, da tre anni in Italia, le cui origini provengono dalla lontana (ma non troppo) Guinea francese. Il suo italiano è ancora un apprendimento in corso; ma la sua voglia di capire, e di farsi capire, la porta a migliorarlo di giorno in giorno. Durante il compito abbiamo costruito insieme il testo di Marie Françoise, correggendo in tempo reale alcuni errori grammaticali e di punteggiatura (libro delle regole alla mano), lasciandone altri sui quali torneremo al momento della spiegazione in classe delle correzioni segnalate. Questo è quanto ne è emerso.
Buona lettura.

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Come sarà il tuo prossimo Natale?

Tra qualche giorno inizieranno le vacanze di Natale, così la scuola verrà chiusa, e passerò qualche giorno a casa. Per noi il Natale è particolare, perché mio papà è di religione musulmana, e invece mia madre è di religione cristiana. In questi giorni di Natale sono io che resto vicino a mia madre; prima di tutto andiamo a fare la spesa, e dopo andiamo a casa per cucinare. Mia madre dopo che ha preparato da mangiare, chiama la famiglia e parliamo con loro al telefono, ci facciamo gli auguri e ci salutiamo. Mio padre si trova nel suo Paese, la Guinea, dove ci sono anche persone di religione cristiana, ma la maggior parte sono musulmani. Per me non importa che uno sia di religione cristiana musulmana, l’importante è divertirsi insieme, perché insieme si può fare tutto. Se hai persone che ami, anche se non festeggi il Natale con loro va bene lo stesso, ti puoi divertire con gli altri e stare insieme, che è la cosa più bella del mondo.

 

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Il mondo guarda Parigi

paris_ecchimeCon questo primo articolo iniziamo l’avventura di un blog all’interno del sito Piccoli Maestri, insieme alla classe media IB della scuola secondaria di primo grado “Via dell’Archeologia”, Tor Bella Monaca. Una scuola difficile, una zona difficile, che a maggior ragione richiede cure e attenzioni. Tra queste, la lettura e la scrittura sono degli antidoti forti e necessari a quel disagio generale che qui si respira troppo spesso. [… la presentazione del blog continua qui. Vi auguriamo buona lettura, ringraziandovi in anticipo per l’attenzione che dedicherete a questo nostro nuovo progetto.]

Venerdì sera, 13 novembre, a Parigi, è accaduto che degli uomini spregevoli hanno ucciso molte persone in luoghi molto affollati. Una vera e propria strage.

Tra le vittime è stata ritrovata anche una ragazza italiana, di Venezia, una studentessa come noi. Tra le persone uccise alcuni erano musulmani. Ci ha colpiti molto che il papà di uno dei terroristi si sia voluto scusare con l’intera Francia. Ma tra gli attentatori, alcuni erano dei giovani parigini, e non si riesce ancora a capire cosa li abbia spinti a fare tutto ciò. E quello che non riusciamo a capire noi è come questi ragazzi abbiano ucciso non solo delle altre persone, ma anche se stessi.

Forse con questo attacco pensavano di guadagnare qualcosa, magari il Paradiso, ma non è così che si guadagna il Paradiso, bensì l’Inferno. Nonostante tutta questa tragedia, ci sono stati dei sopravvissuti. I Parigini sin dal giorno dopo hanno voluto dimostrare che non si sono spaventati, e sono scesi in piazza, per far vedere che Parigi è la loro città, illuminando la Tour Eiffel con i colori della bandiera francese.

Per rispondere a questi attacchi, il presidente della Francia ha deciso di reagire, ma se un popolo combatte un altro popolo, in questo modo non si finisce mai. Quello che dobbiamo fare è non comprare più il petrolio, così i terroristi non potranno più comprare le loro armi.

Noi pensiamo che non dobbiamo spaventarci, perché questo è il loro scopo, ma dobbiamo divertirci. Dobbiamo reagire, anche se le forze dell’ordine devono controllare di più le frontiere. Infatti dalla Francia la paura è arrivata qui in Italia, e in gran parte del resto del mondo, anche per colpa dei falsi allarmi, che non devono esserci, perché se poi accade qualcosa sul serio non ci crede più nessuno.

Secondo noi il comportamento di questi terroristi non è giusto, perché nessun Dio vuole che si uccidano i fratelli. Forse l’Isis inventa la storia del loro Dio che gli dice di uccidere, per giustificare soltanto loro stessi

Anche se tutti gli attentatori erano musulmani, ciò non significa che tutti i musulmani siano terroristi. I musulmani credono in un altro Dio, ma in realtà Dio è lo stesso per tutti. Anche noi in classe abbiamo una compagna della Guinea di religione musulmana, però si comporta in maniera normale, proprio come noi, a parte che non frequenta l’ora di religione. Abbiamo anche amici di religione musulmana, come Junis, o Ukumo. Certe volte sono un po’ troppo violenti, in altre sono gentili e pacifici.

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“Ecchime”, la carica dei piccoli scrittori

ecchime_presCon questo primo articolo iniziamo l’avventura di un blog all’interno del sito Piccoli Maestri, insieme alla classe media IB della scuola secondaria di primo grado “Via dell’Archeologia”, Tor Bella Monaca. Una scuola difficile, una zona difficile, che a maggior ragione richiede cure e attenzioni. Tra queste, la lettura e la scrittura sono degli antidoti forti e necessari a quel disagio generale che qui si respira troppo spesso. Per questo nasce l’idea del blog, e già in questa fase iniziale di lavoro si è compresa l’utilità che potrà avere un’attività di questo tipo.

Gli studenti e le studentesse individueranno di volta in volta un argomento da esplorare, e inevitabilmente la loro prima scelta è caduta sui fatti di Parigi. Si è rivelato un bene. Sì, perché per un insegnante questi giorni in classe non sono affatto semplici. Trovi di fronte a te dei volti impauriti, che annunciano domande a cui bisogna rispondere, in un modo o nell’altro. Ma per scacciar via la paura, e far ritornare tra i visi degli alunni il loro naturale sorriso, è fondamentale trovare la chiave adatta per affrontare la questione.

Confesso in un primo momento di non esservi riuscito, cadendo in una retorica il cui unico effetto è stato quello di continuare a preoccupare non solo gli studenti, ma anche i rispettivi genitori affollatisi durante il colloquio con i docenti. Poi, come solitamente accade, l’idea giusta arriva dagli stessi allievi. “Prof, scriviamo un articolo sugli attentati di Parigi. Scriviamo quello che pensiamo noi. E poi facciamo anche un disegno”. Alla fine è andata proprio così, ed è stato un percorso diverso, il percorso giusto. Messi i banchi in un angolo, abbiamo avvicinato le sedie le une alle altre, intorno a un pc dal quale prima abbiamo tratto ispirazione attraverso suoni e immagini di una Parigi tornata alla vita; poi abbiamo iniziato a mettere insieme i pensieri che fluivano, ciascuno aggiungendo qualcosa di proprio.

Il mio compito è stato soltanto quello di trascrivere, mettendo sintatticamente in ordine i contenuti espressi, approfittandone per correggere e spiegare le imperfezioni grammaticali. L’occasione per imparare l’italiano in maniera diretta, e costruttiva. Qui infatti risiede il nostro obiettivo, della scuola coinvolta e dei Piccoli Maestri: mettere a disposizione degli studenti uno strumento per esprimersi, al contempo avvicinandosi al mondo della scrittura e della lettura. Leggendo questo primo articolo non troverete niente di nuovo, ma qualcosa di speciale: la restituzione dei propri sentimenti da parte di piccoli scrittori e piccole scrittrici (come già amano definirsi), che hanno esercitato la forma della scrittura per liberarsi dai tristi pensieri di questi giorni.

Un esercizio che potrebbe tornare molto utile anche per il resto della loro vita.