Appuntamenti di fine aprile

librifineapriDopo una piccola, e meritata, pausa nel calendario, ci avviciniamo a grandi passi a un maggio pieno di incontri. In attesa di queste ultime sorprese che abbiamo in cantiere, martedì 29 aprile due appuntamenti a spasso per la penisola. A Pavia Andrea Valente incontra gli alunni della scuola primaria Ada Negri con cui parla di La pecora nera & altri sogni di Augusto Monterroso.  Contemporaneamente, a Benevento, Isabella Pedicini accompagna gli studenti del Liceo Scientifico G. Rummo di Benevento in giro per L’isola di Arturo di Elsa Morante. A presto per i prossimi aggiornamenti. Intanto vi auguriamo buone letture.

Chi sono i Piccoli Maestri, cosa fanno, come provano a farlo

nadiapmChi sono i Piccoli Maestri ce lo racconta Elena Stancanelli in un’intervista a cura di RaiLetteratura. L’intervista risale al 15 aprile ed è stata registrata durante la manifestazione Libri Come 2014.

Cosa fanno i Piccoli Maestri lo spiega Antonella Lattanzi, ospite della trasmissione Pane Quotidiano, durante la puntata dell’otto aprile (a partire dal minuto 10).

Come (i Piccoli Maestri) provano a fare i Piccoli Maestri potete scoprirlo voi stessi ascoltando le registrazioni di alcuni degli ultimi incontri grazie ai podcast gentilmente messi a disposizione da UndeRadio, webradio legata al progetto Save The Children, a cui siamo molto legati. Qui trovate un piccolo archivio.

Come aiutare i Piccoli Maestri? Anche semplicemente con un sano passaparola. Per domande o curiosità, di qualsiasi tipo, potete scrivere all’indirizzo piccolimaestri.info@gmail.com

Vi aspettiamo.

Ma lei ritorna?

Antonia Anania insegna in una scuola media di Roma, all’interno dell’I.C. Anna Fraentzel Celli. Si è avvicinata al nostro progetto all’inizio dell’anno confessando sottovoce che già lo seguiva da un po’. In questi mesi ha ospitato tre piccole maestre: Gaja Cenciarelli, Susanna Mattiangeli e Vanessa Roghi, alle prese con Stephen King, Italo Calvino e Primo Levi. Ringraziandola per l’affettuosa ospitalità, pubblichiamo un breve racconto della sua esperienza con i Piccoli Maestri.

spleepsmilesGli insegnanti scandiscono il tempo per anno scolastico. Non tutti, buona parte. L’inverno di un anno scolastico fa, intervistavano la scrittrice Elena Stancanelli. Parlava de I piccoli maestri. Un’insegnante seguiva l’intervista e pensò che fosse una buona occasione, una buona idea. Non perché a scuola non si legga: leggere e ascoltare sono le due abilità di base fondamentali per recuperare o consolidare le altre due, scrivere e parlare. A scuola si legge sempre, si legge per studiare, per ricopiare, si legge per chiarire, per approfondire, si legge per scrivere meglio, si legge quello che si è scritto, quello che si è disegnato, si leggono storie che si inventano, compiti che si fanno, romanzi scritti da altri. Non per questo. Era una buona occasione perché rappresentava una nuova possibilità: ascoltare persone che si appassionano alle storie dei libri, come molti prof, ma diverse dai prof. Voci nuove, nuove per i ragazzi che le avrebbero ascoltate. L’insegnante immaginava che, invitando un piccolo maestro, si sarebbe potuta verificare una specie di riconoscimento tra gli alunni (“Anche a te piace questo libro, anche a me!”, “Come mi piacerebbe vivere la stessa avventura!”, “Hai visto? Lo stesso brano che c’è sull’Antologia!”). Altre voci che amano leggere avrebbero fatto ascoltare la propria (di voce) a chi tanta voglia di leggere ce l’ha e soprattutto non ce l’ha. Un altro modo quindi, per raccontare un amore. Per i libri, per le storie, per la lettura. Continua a leggere

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Trovare la porta principale

Diamo il benvenuto a bordo ad Alessandro Bignami, innamorato dei personaggi nati dalla penna di Joan Didion e di tutto il mondo che li circonda.

Gli scrittori sono come case, in quel piccolo o grande susseguirsi di stanze c’è tutto il loro mondo, e io ho sempre pensato che per entrare in ognuno di loro, per amarli, bisogna farlo dalla porta principale. E la porta principale è la loro opera più significativa per la stagione della nostra vita in cui la affrontiamo, e quindi può essere diversa per ognuno di noi. Entrare in casa di uno scrittore nel modo sbagliato può essere letale, perché leggere un libro non adatto al momento che stiamo vivendo può portarci ad abbandonare per sempre un autore che invece potrebbe avere tanto da darci.

È quello che ho rischiato succedesse a me con Joan Didion, diversi anni fa: un paio di libri letti, un tiepido apprezzamento e nulla più. Poi, per caso, ho trovato la “mia” porta principale della casa di questa straordinaria scrittrice, Bei tempi andati, il racconto in dieci pagine di cosa significò per lei essere giovani a New York e poi capire, in un lampo e con assoluta certezza, di non esserlo più. Una volta entrato, forte di quella chiave, ho ripreso in mano Diglielo da parte mia, che invece è un romanzo, ed è stato come indossare degli occhiali e vedere limpido ciò che prima mi era apparso confuso: due donne, due grandi personaggi, protagonista e testimone di un viaggio allucinato, descritto con uno stile caldo e distante allo stesso tempo, uno stile inconfondibile, che da qualche parte dentro di me è andato a completare qualcosa. Perché, parafrasando la Didion, un libro importante, letto nel momento giusto, è come una porta girevole: si entra in un modo e si esce in un altro, altrove, cambiati per sempre.