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Letture per l’estate (2)

Cari Piccoli Maestri,
vi invio in allegato le mie proposte di lettura per l’estate insieme ai titoli di alcuni libri letti in classe (terza media, Ponte di Nona Vecchio a Roma) durante l’anno. La scelta è mirata all’età dei ragazzi e riprende un percorso ideale costruito da settembre a giugno insieme a loro.
Buona giornata, Viviana Pistoia.

letture_estateL’avventura di quest’anno con i ragazzi di terza media mi ha lasciato in dono una grande certezza: tutti gli studenti possono davvero leggere e comprendere la letteratura. Ne ho avuto prova durante gli esami quando, di fronte a percorsi interdisciplinari fondati più su collegamenti per assonanze che per nessi logico-critici, la coerenza interna era rintracciabile proprio nei testi letterari scelti e studiati durante l’anno, che conferivano un’apertura tematica anche al percorso sulla moto gp.

Non esiste un testo o un autore troppo difficile, un libro più o meno adatto alle menti dei nostri ragazzi in base a competenze di base o capacità di analisi critica: è questa la forza della lettura che è vera se è libera da briglie di analisi testuale e si tuffa nel senso profondo del messaggio di chi scrive, anche attraverso le immagini ardite della poesia e le parole ermetiche dei narratori. La libertà che ho sperimentato quest’anno in una scuola di frontiera di Roma (in cui nel migliore dei casi spesso vengono lette le sintesi proposte dalle antologie di autori. Aberrazione), è proprio quella di non poter far leva sul senso del dovere degli alunni o sulla loro paura dell’esame, quanto piuttosto sulla capacità del testo letterario di comunicare un messaggio che fosse vivo e vero per loro, che stimolasse la loro curiosità, che li tenesse incollati all’ascolto più di tutte le ore passate a giocare alla play o in compagnia di youtuber d’ultimo grido. Certo, stavo proponendo loro dei compagni di viaggio ormai canuti e attempati, di cui, se qualcuno glielo chiedesse, direbbero che Pascoli è ancora vivo e Benni, invece, marcisce in un sarcofago egizio.

Ma, a prescindere dalla consapevolezza diacronica della storia letteraria, il punto centrale per i miei studenti quest’anno è stata la scoperta di un linguaggio che non è quello della strada, ma è la lingua della poesia e della delicatezza, la scoperta di poter usare l’immagine della notte di San Lorenzo e le sue stelle cadenti per descrivere il pianto del mondo per la morte del proprio padre (e spesso loro il padre non ce l’avevano). Questa dimensione universale che proviene da secoli di letteratura è la chiave che spalanca mondi ai nostri studenti, inaspettatamente e senza più riserve. Anche i più diffidenti e ostili, in un momento preciso, impresso nei miei occhi come uno scatto fotografico, si sono lasciati affascinare dalla musicalità delle parole e dalla storia che stavano ascoltando, come se avesse iniziato a parlare a loro. Certamente il filtro che veicola e schiude il messaggio nascosto in mille trame di parole è la voce dell’insegnante, che pazientemente guida e traghetta da una riva all’altra alunni, i quali di certo non hanno tutte le competenze, ma vibrano degli stessi dolori e stati d’animo.

Ecco che, in virtù di queste premesse, si compone il quadro delle mie letture di quest’anno per i ragazzi di terza media, alcune già affrontate in classe insieme ai grandi classici della letteratura, altre proposte per l’estate:

Dal racconto fantastico:

La boutique del mistero di Dino Buzzati, che, come tutti gli incontri veri della vita, non è mai programmato, ma casuale: era uno dei miei primi giorni in una classe difficile e per sbaglio questo libro era finito nella mia borsa. In preda al caos generale, ho iniziato a leggere ad alta voce La giacca stregata e questa storia fantastica dell’uomo che fa un patto con un sarto diabolico ed estrae banconote dal fondo delle sue tasche ha rapito i miei studenti. Così i bellissimi racconti di Buzzati ci hanno accompagnato per i primi mesi di quest’anno, sono stati il mio modo di dire “piacere, io sono…”.

Il bar sotto il mare di Stefano Benni per seguire l’onda del racconto fantastico in cui i tanti personaggi creati da Benni conducono in storie e dimensioni tristi e ironiche, un universo sommerso, popolato da bizzarri avventori, ognuno con una gardenia da mostrare o una follia da raccontare.

… alla narrazione realistica:

Ragazzi di vita di Pasolini in cui la realtà delle borgate romane descrive ancora oggi un mondo vero e il dialetto romanesco usato da Pasolini diventa il riconoscimento di un modo di comunicare viscerale e diretto: ecco la lingua “da strada” che assurge a valore letterario.

Diario di scuola di Daniel Pennac in cui i ragazzi “somari” scoprono le mille possibilità che provengono dal loro mondo.

Come un romanzo di Daniel Pennac, anche solo per il suo incipit così vero e diretto sull’impossibilità di usare il modo imperativo per alcuni verbi, come “amare” o “leggere”.

Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas in cui l’individualità di ogni ragazzo diventa una risorsa, una scoperta, un’attrattiva per gli altri compagni. La storia vera di Andrea, ragazzo autistico in viaggio con suo padre per il Sud America, infonde il desiderio di conoscere non solo un mondo lontano geograficamente, ma anche la possibilità di comunicare in classe tra “mondi” molto, molto distanti tra loro.

Vita di Melania Mazzucco, è una scommessa. Un libro lungo e complesso, che diventa una lettura appassionata e intelligente per guardare il fenomeno dell’emigrazione di massa a cui assistiamo oggi dalla prospettiva di una bambina italiana sbarcata in America agli inizi del ‘900.

… e allo stile giornalistico:

Lettere contro la guerra di Tiziano Terzani, un inno alla pace in cui la conoscenza e l’educazione sono proposte come antidoto per sanare i conflitti del nostro tempo.

Il verbo leggere non sopporta l’imperativo avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”… il verbo “sognare”… Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “Amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi diamine, ti ordino di leggere!” “Sali in camera tua e leggi!” Risultato? Niente. (Daniel Pennac)

Buon tempo libero,
Viviana Pistoia