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La prima volta a distanza

Zoom, 20 marzo ore 10.
Chiara Mezzalama da Parigi
Liceo Classico Pitagora, Crotone

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Venerdì 20 marzo 2020, mi preparo per un appuntamento insolito. Incontrerò gli alunni di un quarto liceo di Crotone, nonostante la quarantena stretta che vige anche a Parigi da qualche giorno. Un po’ di ansia da prestazione, è la prima volta da Piccola Maestra a distanza, ma nonostante i molti chilometri che ci separano, vedo apparire i volti delle ragazze e dei ragazzi, a uno a uno, con le loro insegnanti Anna Melillo e Giovanna Ripolo che ha organizzato quest’incontro. Ho scelto per l’occasione degli orecchini blu e Le piccole virtù di Natalia Ginzburg. Ci voleva per questo primo importante rendez-vous un libro talismano, uno dei più amati di sempre. Si parla tanto di contagio in questi giorni, ecco spero di riuscire a contagiarli anche così, attraverso una piattaforma digitale.

Sotto ogni volto appare un nome e questo già facilita le cose, posso rivolgermi a loro chiamandoli, Martina, Sara, Simone, Michele… Spiego brevemente chi sono e perché ho scelto di parlare di quest’opera di Ginzburg, che riecheggia potente con l’attualità di oggi. Il Presidente della Repubblica Francese, si è rivolto alla sua nazione parlando di guerra. Chiedo loro se sono d’accordo. Ci troviamo davvero in guerra? In guerra sono i medici e gli infermieri mi risponde uno di loro, non noi. Altri intervengono, scambiano idee, emozioni.
Ginzburg racconta del confino con Leone e i figli in Inverno in Abruzzo, noi siamo confinati a casa, cosa ci insegnano le parole di questa scrittrice straordinaria? Potrebbe essere utile scrivere di questa esperienza per poterla un giorno raccontare? Parliamo di scrittura e di paura, della paura sana quella che ci protegge (e che ci fare restare a casa in questi giorni) e della paura strumentalizzata dai media che diventa angoscia, togliendoci ogni capacità di pensare, di usare questo tempo per immaginare un mondo diverso da quello che abbiamo lasciato qualche giorno fa. Parliamo di come non perdersi nel tempo, della nostalgia, chiedo loro che cosa gli manca di più in questo momento. I minuti passano veloci.

Prima di salutarci, faccio una rapida indagine su questo strumento di condivisione a distanza: funziona secondo loro? Mi chiedono se per favore possiamo rivederci. Quale risposta migliore? Il venerdì mattina, durante questa quarantena, andrò a Crotone, ci potete scommettere!

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Il mondo guarda Parigi

paris_ecchimeCon questo primo articolo iniziamo l’avventura di un blog all’interno del sito Piccoli Maestri, insieme alla classe media IB della scuola secondaria di primo grado “Via dell’Archeologia”, Tor Bella Monaca. Una scuola difficile, una zona difficile, che a maggior ragione richiede cure e attenzioni. Tra queste, la lettura e la scrittura sono degli antidoti forti e necessari a quel disagio generale che qui si respira troppo spesso. [… la presentazione del blog continua qui. Vi auguriamo buona lettura, ringraziandovi in anticipo per l’attenzione che dedicherete a questo nostro nuovo progetto.]

Venerdì sera, 13 novembre, a Parigi, è accaduto che degli uomini spregevoli hanno ucciso molte persone in luoghi molto affollati. Una vera e propria strage.

Tra le vittime è stata ritrovata anche una ragazza italiana, di Venezia, una studentessa come noi. Tra le persone uccise alcuni erano musulmani. Ci ha colpiti molto che il papà di uno dei terroristi si sia voluto scusare con l’intera Francia. Ma tra gli attentatori, alcuni erano dei giovani parigini, e non si riesce ancora a capire cosa li abbia spinti a fare tutto ciò. E quello che non riusciamo a capire noi è come questi ragazzi abbiano ucciso non solo delle altre persone, ma anche se stessi.

Forse con questo attacco pensavano di guadagnare qualcosa, magari il Paradiso, ma non è così che si guadagna il Paradiso, bensì l’Inferno. Nonostante tutta questa tragedia, ci sono stati dei sopravvissuti. I Parigini sin dal giorno dopo hanno voluto dimostrare che non si sono spaventati, e sono scesi in piazza, per far vedere che Parigi è la loro città, illuminando la Tour Eiffel con i colori della bandiera francese.

Per rispondere a questi attacchi, il presidente della Francia ha deciso di reagire, ma se un popolo combatte un altro popolo, in questo modo non si finisce mai. Quello che dobbiamo fare è non comprare più il petrolio, così i terroristi non potranno più comprare le loro armi.

Noi pensiamo che non dobbiamo spaventarci, perché questo è il loro scopo, ma dobbiamo divertirci. Dobbiamo reagire, anche se le forze dell’ordine devono controllare di più le frontiere. Infatti dalla Francia la paura è arrivata qui in Italia, e in gran parte del resto del mondo, anche per colpa dei falsi allarmi, che non devono esserci, perché se poi accade qualcosa sul serio non ci crede più nessuno.

Secondo noi il comportamento di questi terroristi non è giusto, perché nessun Dio vuole che si uccidano i fratelli. Forse l’Isis inventa la storia del loro Dio che gli dice di uccidere, per giustificare soltanto loro stessi

Anche se tutti gli attentatori erano musulmani, ciò non significa che tutti i musulmani siano terroristi. I musulmani credono in un altro Dio, ma in realtà Dio è lo stesso per tutti. Anche noi in classe abbiamo una compagna della Guinea di religione musulmana, però si comporta in maniera normale, proprio come noi, a parte che non frequenta l’ora di religione. Abbiamo anche amici di religione musulmana, come Junis, o Ukumo. Certe volte sono un po’ troppo violenti, in altre sono gentili e pacifici.

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Il barone sotto la torre

L’edificio che ospita la scuola media e il liceo Leonardo da Vinci di Parigi è un palazzo in stile Art Nouveau, più adatto per un istituto di cultura che per una scuola, ma è sicuramente molto affascinante. Il ragazzi non hanno un cortile per uscire, in compenso il Preside mi accompagna in una classe il cui retro si affaccia su di lei: la Tour Eiffel in tutta la sua grandezza.

È lassù che immaginiamo Cosimo Piovasco di Rondò, Il Barone Rampante, il libro che ho scelto di leggere alle classi di prima, seconda e terza media. Cosa penserebbe di queste giornate che hanno sconvolto Parigi? All’ingresso della scuola, così come in tutte le altre scuole della città, c’è il triangolo rosso del piano Vigipirate alerte attentat, regime di allerta al massimo livello che vieta ogni gita, ogni uscita, facendo sentire gli alunni ancora più reclusi del solito.

Cambiare prospettiva, guardare le cose dall’alto: non è un po’ quello che succede in questa età di mezzo? Continua a leggere