Commuoversi

Gratifica non poco quando al termine di un incontro nelle scuole sia il docente che l’autore coinvolti  scrivono per raccontare come è andata. È successo con Antonella Antonini, docente presso l’IC Galilei di Taranto vecchia, e  Maurizio Cotrona, in missione tra gli studenti per parlare della storia di Lena e Lila, le creature geniali della Ferrante. Scopriamo così con piacere che il report di entrambi si concentra su un momento in particolare che li ha emozionati.

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bambina-perdutaÈ da diverso tempo ormai che i Piccoli maestri frequentano l’Istituto Comprensivo Galileo Galilei, nelle sedi della città vecchia e del quartiere Tamburi. Un paio di volte Elisabetta Liguori è addirittura tornata durante l’anno, sollecitata dalle richieste dei ragazzi e forse affascinata dal panorama del plesso di Taranto vecchia. Oggi è stato il turno di Maurizio Cotrona, un gigante gentile che ho trovato giù nell’androne della scuola con lo zainetto e quell’aria buona che gli si legge in faccia. Lo scorso anno, parlando di Zanna bianca, ha rapito i miei alunni di prima media, trascinandoli nelle foreste, ricreando il tepore della vita del cane domestico e delle carezze vicino al fuoco. Quest’anno siamo stati più moderni. Maurizio ha proposto L’amica geniale di Elena Ferrante e io, sempre alla ricerca di stimoli che possano spronare i ragazzi a proseguire gli studi ho accettato con entusiasmo. Qui a Taranto l’elevato tasso di dispersione scolastica ci preoccupa non poco. Un anno fa Maurizio sembrava davvero un gigante tra i bimbi, che piano piano, nel corso della conversazione, avvicinavano sempre più la sedia come a cercare un contatto, fisici come sono, ansiosi di toccare e accarezzare Zanna bianca. Quest’anno invece è stato un discorso tra pari: i ragazzi di terza, già grandicelli, gli si sono disposti attorno a semicerchio, si sono fatti spiegare chi sono e cosa fanno i Piccoli maestri e sono rimasti ad ascoltarlo. Maurizio, superando le inutili chiacchere sul caso Ferrante, è entrato subito nel vivo della storia: Lena e Lila, la loro amicizia, le loro sfide, le loro scelte, le loro sconfitte. In un attimo non era più del libro che stavamo parlando: Lila, la protagonista è costretta a lasciare la scuola, per il doppio pregiudizio che non permette alle famiglie povere di far studiare i figli, in particolare le ragazze. Lena invece, andrà a scuola, e quando gli insuccessi arrivano al primo anno di ginnasio, la madre, il personaggio forse meno adatto a dare incoraggiamenti e che anzi, ha sempre contribuito a incrementare le insicurezze della figlia, dice: “Non sta scritto da nessuna parte che non ce la puoi fare.” Con questo messaggio, con la voce rotta di commozione, per la poesia del romanzo che descrive la situazione nella quale vivono i miei alunni di Taranto, scoraggiati e sconfitti già in partenza nella ricerca di un futuro fatto di lavoro e stabilità al quale si contrappone la situazione estremamente precaria in cui vivono con i loro genitori, termina la nostra lettura insieme. Giornate come questa, l’impegno con cui Maurizio si è dedicato a noi, credo siano preziosi. È come se avesse lasciato un piccolo seme di speranza, che spero ogni giorno di veder crescere nei miei ragazzi. Grazie di cuore. Antonella Antonini

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Commuoversi.
Ieri, in missione per i Piccoli Maestri, ho letto alcune pagine de L’amica geniale di Elena Ferrante in una terza media dell’I.C. Galileo Galilei di Taranto. Anche se la classe era a ranghi ridotti per un falso allarme wind day (nei giorni di vento le scuole dei Tamburi chiudono), ho trascorso un paio d’ore con una decina di bambini silenziosi, educati, curiosi. Una meraviglia. Io e la loro insegnante (Antonella Antonini), abbiamo scelto un libro che trattasse, senza filtri, tematiche a loro vicine: l’amicizia, la “cattiveria” dei bambini, il valore dello studio, il rapporto con la paura. A un certo punto ho letto una pagina in cui Lena, una delle protagoniste del libro, riceve un incoraggiamento inatteso in un momento difficile. “Non sta scritto da nessuna parte che non ce la puoi fare”, le dice sua madre. Ho dovuto interrompere la lettura e allontanarmi di qualche passo per nascondere un irrefrenabile moto di commozione. Avevo letto diverse volte questo passaggio ma, mentre pronunciavo quelle parole di fronte a ragazzini che avranno così tanto bisogno di sentirsele dire, non ho retto.

Più tardi mi sono interrogato su quello che mi era successo, cercando di ritrovare il filo interiore che era stato tirato. Ho fatto l’elenco delle persone che mi hanno dato un incoraggiamento simile a quello ricevuto da Lena: i miei genitori, zia Adria, Michele Trecca, Alessandra Gambetti. Tanti altri mi hanno voluto bene in molti modi, ma un “non sta scritto da nessuna parte che non ce la puoi fare” mi è arrivato da loro cinque. Eppure, rimango con la sensazione di dimenticare qualcuno, proprio quello a cui erano dedicate le mie lacrime. Chiunque tu sia, mi ricorderò di te.
Maurizio Cotrona

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