Cioè Marcovaldo
Lunedì 21 marzo Susanna Mattiangeli è stata ospite della scuola elementare J. Piaget per leggere Marcovaldo. Al termine della chiacchierata hanno visto insieme un episodio dal film con Nanni Loy. I bambini molto attenti e pieni di domande, divertiti dalla lettura ed entusiasti del video. Andando via Susanna ha proposto ai ragazzi di fare caso se qualche volta durante la giornata vivono momenti in cui si sentono come Marcovaldo, se cercano la natura in città, se hanno buffe avventure simili da raccontare e magari da annotare. Deve essere stata molto convincente perché in tempi rapidissimi ha ricevuto 24 microstorie in ‘stile Marcovaldo’, come dicono loro. Alcune sono proprio divertenti, abbiamo pensato che meritassero un posticino qui sul nostro sito. Buona lettura.
Oggi abbiamo incontrato Susanna Mattiangeli, una scrittrice che fa parte dell’ associazione “Piccoli maestri”. Ci ha letto un libro di Italo Calvino, cioè “Marcovaldo”, e ci ha chiesto di raccontare quando ci siamo sentiti come lui. Beh, devo ammettere che io sono Marcovaldo: ho sempre la testa tra le nuvole, e cerco disperatamente in città qualcosa che mi ricordi la campagna. Mi sono sentita Marcovaldo quando, appena tornata dalla campagna, mi misi a guardare le nuvole di Roma. Mi sembrava di essere di nuovo lì, arrampicata sull’ulivo davanti alla nostra casetta, a guardare il cielo immaginando di toccare quelle figure candide che si muovevano lentamente. Però, ciò che mi riportò alla realtà, furono i rumori delle macchine e l’odore di smog. Feci un sospiro e mi dissi: ”Rassegnati Irene, non troverai niente qui della campagna!”. Ma a ritirarmi quell’ idea dalla testa furono delle margheritine cresciute in un aiuola intorno a un albero. Non mi arrenderò mai!!!
Irene D’Onghia
Oggi in classe ci è venuta a trovare Susanna Mattiangeli, una signora dell’ associazione “Piccoli maestri”. Dopo l’ incontro racconto un fatto che mi è successo in stile Marcovaldo.
Un bel giorno soleggiato d’ estate, sono stato con tutta la mia famiglia da “Idromania”: parco acquatico non molto distante da Roma. Il parco era pieno di scivoli e piscine (c’ era pure l’idromassaggio!). Ero incuriosito dalle “trecce”: due scivoli, uno verde e uno giallo, erano attorcigliati come una treccia sui capelli femminili ed erano chiusi. Dopo una lunga e noiosa attesa in fila, in cui c’erano dei cartelli che distraevano dalla noia, arrivato il mio turno, proprio mentre ero davanti allo scivolo, stavo per scivolare quando…AHIO!!!! Un’ape mi aveva punto la schiena (proprio al momento giusto!). Sono scivolato comunque, alla fine ho trovato Lollo e gli ho chiesto: “Dov’è Papo?”. Mi sono voltato, e ho sentito una grossa voce provenire da dentro lo scivolo verde gridare “BANZAIIIII!!!”. Un secondo dopo sono stato travolto da mio padre con un calcio in faccia.
A causa dell’ape sono corso in infermeria (non a causa del calcio in faccia!!). Dopo aver visitato la sala giochi con i gettoni ed aver giocato un po’ sono tornato a casa. Anche se frastornato e malridotto, sono riuscito a tornare a casa, per miracolo, tutt’intero. Francesco Misici
Mi sono accorta che anche io posso pensare come Marcovaldo. Infatti da piccola ero curiosa di vedere alla finestra ,ma ero troppo bassa. Perciò, ho aperto tutti i cassetti vicino alla finestra e, ho iniziato a salirli uno dopo l’ altro. Quando mi sono affacciata dalla finestra ho visto diversi alberi,anche se pensavo che tutte le loro foglie fossero uguali. Però, invece di andare in ospedale come Marcovaldo , mi ha scoperto mamma. Aurora
Mentre andavo a casa, non guardavo davanti a me, ma ero girata a parlare con mia mamma e caddi sulle scale. Avendo lo zaino sulle spalle e una busta piena di noci in mano non mi sono potuta parare ,quindi: libri bagnati, perché aveva piovuto e addio noci . I libri finirono subito sul termosifone dove il mio dito ne ha risentito. Arrivata la sera presi i libri dal termosifone , ma avevo paura di metterli nello zaino, perché erano così caldi che lo zaino si sarebbe potuto addirittura sciogliere. Dopo ho capito il perché ed il motivo era , anche se sembra stupido, avevo lasciato i libri sul termosifone dalle 3:00 di pomeriggio alle 8:00 di sera ed era un pò troppo. E’ stata una giornata proprio da Marcovaldo. Giulia Cerini
Era Primavera e in giardino crescevano rose, viole, gardenie e ciclamini.
Flavia stava giocando con la sua cagnolina ad un tratto vide dei bellissimi fiori e pensò di raccoglierli per abbellire la sua stanza. Tornò a casa e prese il giubbotto di suo padre che aveva delle tasche molto grandi. Quando ritornò in giardino con intenzione di coglierli però, c’era il vicino di casa. Decise di ritornare a casa e di ritornare in un altro momento e aspettare che l’uomo se ne andasse. Dopo pochi minuti si accorse che il giardino era vuoto, allora prese il giubbotto e si avvicinò ai fiori , ne raccolse un bel po’ ma quando si girò si accorse che c’era il giardiniere che, intento ad annaffiare, la stava osservando. Lei impaurita lasciò cadere i fiori e fece giusto in tempo a nascondersi dietro una siepe, ma il giardiniere ormai anziano e cieco la bagnò, ma lei muta come un pesce rimase ferma. Passarono ore e ore ed era ormai sera, Flavia un po’ infreddolita decise di tornare a casa ma udì il suono della sirena della polizia ed ebbe molta paura. Fortunatamente, era solo la mamma che non trovando la figlia a casa, aveva chiamato la polizia. Dopo qualche istante Flavia tornò a casa con le gambe tremolanti e tutta bagnata, ad un tratto sentì aprire la porta ed era proprio la mamma con la polizia dietro. Flavia raccontò tutto alla mamma che tanto semplicemente li diede un forte abbraccio ed avvertì che la figlia aveva la febbre e a momenti sveniva , quindi i poliziotti la portarono subito in ospedale e fecero in tempo perché Flavia aveva la febbre altissimissima. Flavia Filabozzi
Oggi è venuta in classe Susanna Mattiangeli che fa parte di un’associazione chiamata “Piccoli maestri”. Ci ha parlato dello scrittore Italo Calvino, che ha scritto tanti libri tra cui “Marcovaldo”. Marcovaldo parla di un signore che si caccia sempre nei guai. Ci ha fatto vedere un filmato tratto da una storia di questo libro. Era molto divertente perché aveva combinato un guaio pazzesco: tutta la sua famiglia aveva preso dalla cassetta della posta degli altri un omaggio un detersivo e per nasconderlo, alla fine tutta la città viene inondata dalla schiuma del detersivo. Una volta sono stata anche io Marcovaldo quando, da piccola, per curiosità ho messo la testa nella lavatrice e ci guardavo dentro: per fortuna era spenta! Eva Presta
Inseguimento: il gatto rincorre il topo e quando lo prende scopre che era finto. Si sentiva umiliato e scoraggiato per essere il cugino del re della foresta e felino domestico che doveva dare regalità alla casa! Lavinia Tittozzi
Più di una volta, quando la mia compagna Lavinia veniva a casa mia, prima di cena correvamo in bagno e ci mettevamo le goccioline d’acqua sulle guance. Uscivamo facendo finta di piangere e con le facce arrabbiate. Questo gioco ha funzionato fino a l’anno scorso. Margherita
Oggi è arrivata Susanna una delle socie del sito “Piccoli Maestri”. E’ venuta in classe per parlarci di “Marcovaldo”, un libro scritto da Italo Calvino. Ne sono stata molto incuriosita ma, la cosa che mi è piaciuta di più è stato vedere un suo episodio su YouTube, vivere come i bambini di una volta con la TV in bianco e nero è stato bello, simpatico e piacevole. Mi sono divertita a fare questa nuova esperienza ed è stata favolosa! Una volta mi è capitato di vedere su in alto nel cielo una bellissima sirena, seduta su uno scoglio che muoveva la coda e mi salutava, e adesso che lo conosco se ci penso ancora mi viene da pensare proprio a Marcovaldo, che si perde nei minimi dettagli, come ho fatto io con quella nuvola. Giulia Marguccio
Abbiamo incontrato Susanna Mattiangeli e mi ricordo quella volta che sono stato Marcovaldo….
Nella casa dei nonni vidi una lucertola e la seguii….. Ad un certo punto sentii uno scricchiolio sulla suola della scarpa e vidi: era la coda della lucertola! Non riuscivo a crederci ma la lucertola non era morta anzi viva! Raccontai tutto a mamma che mi disse che alla lucertola ricresce la coda. Da quel giorno, dai nonni, mi guardo sempre le scarpe. Beatrice De Astis
Visto che non mi ricordo un giorno che ho fatto come Marcovaldo, provo a farlo ora e provo ad immedesimarmi nei fogli di carta su cui scriviamo. Per me pensano:” Che solletico mi sta facendo il gigante, ahahahah, non smette mai uhuhuhuh, aiuto, non sto bene ahahahahahahahah…. “ e poveri fogli, sempre a ridere! Ma a volte pensano:” Però quando cancella i compiti forte, calcando tantissimo e facendo scarabocchi, mi fa molto male!!!” Andrea Fumel
Pietro e Andrea stavano a Porta di Roma , dovevano andare al reparto sport, ma non trovavano la maglietta dell’Italia. Loro aspettavano con ansia, ma quando le cose andavano sul peggio si resero conto che stavano nel reparto delle femmine. Pietro Latini
Andrea, Enrico e Claudio stavano cercando qualcosa d’interessante da fare al parco.
Si misero a cercare nel prato, niente.
Nel tronco di un albero, niente.
Nella siepe, qualcosa s’intravede…
-Una pietra preistorica!
Disse Andrea.
Claudio ed Enrico andarono a vedere ma, era un sassone di breccia!
Andrea M.
Era estate e stavo giocando a calcio nel giardino. Giocavamo a chi prendeva il palo della porta, vinceva. Era il mio turno, ma invece del palo ho preso in pieno il vetro della finestra accanto alla porta. Siamo subito scappati dietro ad un albero, ridendo. Dopo è entrato il proprietario in casa ed ha urlato come un pazzo! Non abbiamo più finito di ridere. Dopo un po’ però ci hanno scoperti ed io non sono più potuto andare a giocare per tre giorni. In seguito la sera, a casa ho trovato mia madre e mia sorella Daria che facevano i compiti. Lei va in prima elementare, doveva fare uno più uno, ma siccome ci metteva molto tempo, io l’ho incitata dicendole: “Dai ce la puoi fare. Questa addizione è facile come bere un bicchiere d’acqua”. Dicendo così mi è venta sete, allora sono corso in cucina a bere un bicchiere d’acqua, ma al primo sorso mi sono strozzato. Che giornata incredibile!
Jacopo Vocaturo
Nella mia classe e’ venuta Susanna Mattiangeli, una scrittrice che partecipa al progetto ‘piccoli maestri’ e va nelle scuole a leggere libri e a spiegarli. Infatti nella mia classe ha letto un capitolo di un libro di italo calvino che si intitolava marcovaldo. I genitori di questo scrittore erano laureati in botanica cosi’ anche lui voleva diventare un botanico. Questo lavoro, pero’, non lo appassionava molto, cosi’ decise di fare lo scrittore. Lui scriveva libri per tutti sulla natura e nel 1963 ha scritto il libro marcovaldo. Un giorno, quando ero piu’ piccola, anche io ho fatto come marcovaldo. mentre mia mamma stava preparando il bagno a mia sorella, io di nascosto, ho versato dentro la vasca lo shampoo, cosi’ si e’ formata tanta schiuma ed e’ uscita fuori dalla vasca riempiendo tutto il bagno di schiuma. Maria Bianca
Circa un mese fa durante il fine settimana sono andato con il mio papà a Villa Ada, abbiamo giocato con dei bambini e ci siamo divertiti molto. Mentre tornavo a casa, abbiamo visto un po’ nascosto sotto a delle siepi un bellissimo pallone a scacchi gialli e rossi. Non vedendo nessuno nelle vicinanze, lo abbiamo preso e portato a casa. Ero così felice perchè quel pallone mi piaceva molto. Appena sono arrivato a casa ho telefonato a mio cugino Francesco, dicendogli di aver trovato un pallone a Villa Ada. Ma lui mi ha chiesto se il pallone aveva delle iniziali scritte in rosso (F.P.) perché il giorno prima aveva perso un pallone uguale a Villa Ada. Ho scoperto di avere ritrovato il pallone di mio cugino. Andrea Gentili
Mi ricordo mi sento come Marcovaldo quando do fastidio a mio fratello dandogli degli schiaffetti e ripetendo quello che dice lui, facendolo innervosire come pochi. Quando mamma ci sente, si arrabbia tantissimo come un drago sputafuoco. Alessandra B.
Mi ricordo un giorno in cui mi sono sentita come Marcovaldo. Ero andata a trovare la mia nonna paterna, ci siamo portati il mio cane e mentre ci stavo giocando, mi ha morso. Ero un po’ abbattuta ma poi mi è passato. Dopo sono andata a salutare anche la mia nonna materna. Nel suo giardino sono salita sull’altalena e sono cascata facendo una capriola all’indietro. Sono rimasta addolorata e colpita perché quel giorno sono stata molto sfortunata. Giulia Ribeca 4a
Domenica stavo giocando a calcio con i miei amici, noi quando tiravamo prendevamo sempre qualcuno in faccia. Io dissi: «che fortuna! non mi e’ ancora arrivata una pallonata in faccia!» dopo un paio di minuti hanno tirato una pallonata e mi hanno preso in faccia. Mentre stavo in porta ho parato di nuovo una pallonata di faccia e sono rimasto a terra, poi ho alzato lo sguardo e ho visto una palla che si stava per scaraventare sulla mia faccia dopo un altro po’ stavo salvando un goal in scivolata, ma mi sono buttato troppo forte e ho sbattuto la gamba cosi’ forte perché il giardino era piastrellato. A fine pomeriggio, mentre andavamo a prendere un gelato sono andato addosso a una ciotola piena d’acqua che mi si è rovesciata sui pantaloni e tutti hanno riso. Mi sono chiesto perché qualcuno chi lascia una ciotola piena d’acqua in mezzo alla strada.
Ecco quando mi sono sentito Marcovaldo . Alessandro Leppe
Una volta sono stata anche io Marcovaldo, non ricordo molto bene perché avevo 2 anni, quando in un albergo accidentalmente ho fatto la ….. mentre facevo il bagno. Ora a raccontarlo mi vergogno, però mi fa tanto ridere. Eva Presta
Una volta anche io sono stata Marcovaldo, quando da piccola ero nella mia casa in Calabria, per quanto è grande mi sono persa. Allora è andata così: avevo circa sei anni, mia nonna mi aveva mandato a prendere una cosa in mansarda, stavo salendo le scale dato che la mia casa è divisa in due parti uguali non sapevo quale strada prendere allora dalle scale ho strillato nonna vieni a prendermi non so dove sono. Alla fine mia nonna è salita e mi ha riportato giù, ma non so ancora come ho fatto questo pasticcio. Eva Presta
Mi stavo preparando per andare a scuola, uscendo fuori dalla porta, ho messo un piede storto e mi sono fatto due piani di scale con il didietro. Fuori dal portone dò una facciata addosso al petto di una signora. Imbocco la stradina, ma salendo in macchina dò una craniata al finestrino perché mia nonna si era fermata in modo brusco. Finalmente sono al campo sportivo per fare l’allenamento e ad un certo punto do una botta al palo della porta. Iniziata la partita, faccio un bel tiro e faccio goal, ma cado per terra. A fine giornata mi sono ritrovato sul letto con cerotti, bernoccoli, ferite, sangue che ancora usciva e un occhio nero. In quella giornata sono stato non sbadato, ma sbadato alla Marcovaldo. Valerio T.
Ho notato che in campagna, a casa dei nonni le lucertole non hanno la coda e allora mi sono chiesta il perché. Poi ho scoperto che Luna, il mio cane, rincorreva le lucertole e gli staccava la coda. Gea
Io una volta prima di andare a calcio, mentre aspettavo mia mamma, visto che io sono molto curioso ho messo le mani un po’ dovunque e, ad un certo punto, mentre toccavo un mobile mio fratello mi ha spaventato e io ho sbattuto contro il mobile facendo cadere i quadri che poi ho nascosto, salvandomi. Alessandro Iannini
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