Icastico

Domenica 27 ottobre Elena Stancanelli, giornalista, scrittrice e presidente dell’associazione culturale Piccoli Maestri, ha preso parte al convegno organizzato da Matteo Renzi alla stazione Leopolda. Pubblichiamo di seguito il testo del suo intervento in cui si fa riferimento, tra le altre cose, al lavoro della nostra associazione nelle scuole.

paroleCaro Matteo,
tu sai bene che alcune parole hanno un valore icastico.
Pensa a quel verbo: rottamare. Se tu rimanessi altri cento anni in politica, non riusciresti a farlo dimenticare. Non il significato, bada bene, ma la parola. La semplicità icastica della parola.
Renzi chi?
Quello di “rottamare”.
Ah, certo.
Dunque: le parole non sono la forma qualsiasi per definire un contenuto che ci sta a cuore.
Le parole, nella politica e non solo, valgono almeno quanto il contenuto stesso.
È un bene? È un male?
Non lo so.
Non mi occupo di morale, ma di parole.
Per questo ti chiedo: abbi cura delle parole.

È evidente che tu stai cercando di divincolarti da un linguaggio vecchio, astruso. Il linguaggio della politica che è servito all’inizio a tenere in soggezione, a stabilire un confine tra chi lo possedeva e chi lo subiva, tra masters e slaves. E più avanti, rischiava di diventare un paravento per coprire il niente, pura lallazione.

Giusto.
Ma abbi cura delle parole.
Credimi, la politica, anche su questo, ha un potere enorme.
Semplice e infantile sono due cose diverse
così come comprensibile e ovvio.

Questo paese, lo sappiamo, fatica a diventare adulto.
Cerca padri invece che politici, consolazione invece che realtà.
Pensa come sarebbe bello se la politica – affrancata, certo, da quella lingua che dicevamo pomposa e incomprensibile – aiutasse a costruire, anche linguisticamente, un paese adulto.
Che arricchisse il vocabolario, anziché pescare nel gergo, che inventasse anziché adagiarsi su sicuri ammicchi.
Sarebbe bello, per esempio, che la politica si sforzasse di citare anche la letteratura, oltre che le pubblicità, o i telefilm. Che includesse la letteratura nel parlato, nello scambio, nel patto tra elettori e candidati.
che scegliesse un linguaggio
efficace ma non rozzo
immediato ma non banale
che inventasse anziché rincorrere.

Credo che siamo tutti d’accordo: leggere fa bene.
Alle persone, a un paese.
Tiene accesa la memoria
costruisce mitologie contemporanee
fa sentire meno soli
crea comunità.

Cosa può fare la politica per incentivare la lettura?

Ti ricordi quella foto tua, all’uscita di una libreria?
avevi in mano libri, una pila di libri. Li tenevi uno sullaltro, ben esposti.
Ottima mossa, Matteo, davvero.
Pensa se i politici si facessero fotografare più spesso con qualche libro in mano.
e ancora
se dichiarassero ogni tanto qual è l’ultimo libro che hanno letto.

flyer_pm_leopSono qui anche per dirti anche quello che facciamo noi che i libri li scriviamo. alcuni, molti di noi.
Abbiamo fondato un’associazione, si chiama Piccoli Maestri
Andiamo, gratis, nelle scuole pubbliche a leggere e raccontare i libri che abbiamo amato più degli altri, che sono stati fondamentali nella nostra formazione, che per qualche ragione dicibile o indicibile vorremmo non fossero dimenticati. Non i nostri, ovviamente. I libri degli altri.
Abbiamo iniziato a Roma, ma ci stiamo allargando
Sono qui anche per chiedere se ci sono scrittori e scrittrici a Firenze disposti a unirsi a noi
Abbiamo un blog, potete trovarci lì.

Abbi cura delle parole
parla anche di libri, se riesci
fatti fotografare quando esci dalle librerie: funziona tantissimo.
E fidati: le parole sono importanti.
Te lo dimostro:
vuoi scommettere che di questo mio intervento tutti ricorderanno soltanto una parola?
Quale?
Icastico, naturalmente.

Elena Stancanelli

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